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L’Equazione Movimento

equazione movimento

( foto di Sara Rosa Dioguardi per difossombrone.it )

Il movimento è la risultante dell’attivazione da parte del sistema nervoso centrale della catena muscolare, al quale poi agisce sull’apparato scheletrico. Nella valutazione morfologica del soggetto in esame riveste grande importanza poiché è alla convergenza di vari elementi: in primo luogo la costruzione (cioè i segmenti ossei e gli angoli articolari i quali del movimento sono lo strumento meccanico), poi lo sviluppo muscolare che genera l’impulso, l’ampiezza del passo, ed infine la brillantezza del temperamento.

Da questo punto di vista tutte le razze da lavoro (pastorizia, caccia, traino, sport) si possono considerare delle macchine che estrinsecano la loro funzione ausiliaria a mezzo del movimento; questo è differenziato a seconda della funzione la è elemento di grande complessità biomeccanica e la sua efficienza (la capacità di svolgere un’azione con il minimo dispendio di energia e per lungo tempo) è condizionata sia dalla contrattilità muscolare che dall’architettura scheletrica, quindi dalla costruzione.

Lo studio del movimento in senso lato deve essere divisa in tre blocchi: 1) statica (equilibrio, peso, massa, forza di gravità, appiombi), 2) dinamica (meccanica animale, origine dell’impulso), 3) cinematica (definizione ed analisi delle andature).

Statica = legge di gravitazione terrestre. Tutti i corpi sulla superficie terrestre sono attratti verticalmente verso il centro terra con una forza che è quella del suo peso. In ogni corpo è reperibile un punto che segna la convergenza di tutte le particelle che lo compongono. In questo punto le forze contrastanti ma di vario peso si annullano; si verifica così la situazione di equilibrio statico. Questo punto è detto Centro di Gravità, o Baricentro. Il peso complessivo dell’animale si scarica al suolo sorretto dai quattro arti, formando il quadrilatero di base. La linea immaginaria che unisce il Baricentro con il quadrilatero è detta Linea Gravitazionale. Si ha la situazione di equilibrio solo se la linea gravitazionale cade entro la base di sostegno. La maggiore o minore stabilità del quadrupede è condizionata dal rapporto fra ampiezza della base di sostegno e la lunghezza della linea gravitazionale. Il quadrilatero di sostegno è formato dagli arti e la razionalità con la quale avviene lo scarico delle pressioni (peso dell’animale a terra) è determinato dalla loro correttezza, valutato secondo il rapporto fra la loro direttrice ed il filo a piombo. La loro influenza si manifesta su:

1)      ampiezza della base di sostegno (quindi su stabilità ed instabilità)

2)      sull’ampiezza degli angoli articolari

3)      sull’oscillazione pendolare degli arti

4)      sulla direzione del rachide.

Gli arti si esaminano di profilo, di fronte e dietro.

Dinamica = cioè il funzionamento della macchina animale. Data la volontarietà dell’azione determinata dal sistema nervoso centrale, la contrazione muscolare è sollecitata da una proteina (miosina) la quale induce l’azione meccanica (cioè la contrazione delle fibre muscolari che possono accorciarsi di circa il 15-20%). Quindi l’impulso elettrico diviene chimico ed infine meccanico. I muscoli sono dunque gli organi attivi della propulsione, mentre le ossa ne sono la parte passiva. I muscoli sono ottimi trasformatori dell’energia potenziale in energia dinamica e le macchina usate sono un complesso sistema di leve (macchine semplici consistenti in una asta rigida ruotante su un punto fisso, fulcro), e  su di essa agiscono due forze, quella agente chiamata Potenza e quella del peso da muovere chiamata Resistenza. In equilibrio queste due forze sono di peso uguale rispetto al Fulcro. A seconda del punto ove il Fulcro è posizionato rispetto a Potenza e Resistenza avremo leve di grado diverso.

Quelle di 1° grado, come le tenaglie, quando il cane alza la testa (R) azionata dal muscolo sterno cefalico (P) facendo fulcro (F) sulla prima vertebra cervicale. È un genere di leva piuttosto vantaggiose. Va precisato che vantaggioso si riferisce al rapporto costo energetico necessario per lo svolgimento di quel lavoro (sollevamento della testa) ed il risultato.

Quando è il muscolo anconeo ad agire sull’olocrano (gomito) la R. si trova fra la P. ed il F. Come nello schiaccianoci, esempio di leva molto vantaggiosa. Questo è un tipo di leva di 2° grado.

Quando invece, come nel caso delle molle per il Fulcro la P. si trovi fra R. e F., avremo una svantaggiosa leva di 3° grado, con i muscoli flessori che agiscono sul metacarpo.

Nell’organismo animale sono impiegate tutte queste generi di leve ed ogni singolo movimento è il prodotto in sinergia di esse. Il movimento progressivo viene effettuato passando attraverso queste fasi: 1) riduzione della base di sostegno: col sollevamento di un arto passa da quadrangolare a triangolare; 2) contrazione del tricipite surale e spinta in avanti del tronco. Bicipite ed anconeo sollevano l’arto anteriore; questo fa sì che il baricentro cada fuori delle superficie d’appoggio, il che porterebbe inevitabilmente alla caduta in avanti dell’animale, che è così costretto a procedere portando avanti l’altro arto per ricostruire un equilibrio cinematicamnte instabile. Sarà seguito da un nuovo squilibrio e così via. Possiamo quindi dire che il movimento progressivo è costituito: come premessa, dalla rottura dell’equilibrio statico, poi da una serie di squilibri e riequilibri. I muscoli preposti sono tricipite surale, glutei, bicipite, femorale, sartorio e paramerale, per l’arto anteriore il bicipite ed il brachiale e l’anconeo, e per il tronco l’ileo spinale ed il gran dorsale.

Cinematica = le andature. Si dividono in camminate (quando almeno un arto è in appoggio al suolo) e saltate (quando si realizza una fase di completa sospensione). Come abbiamo visto, arti, pelvici, tronco e toracici sono tutti parte della complessa equazione del movimento.

Insomma, impulso, trasmissione, estensione e flessione sono una unità indivisibile.

Passo: il cane ha sempre tre arti in appoggio; si distinguono tre tipi: ordinario, lento raccorciato ed allungato.

Trotto: anche qui con tre tipi: lento (camminato perché manca la fase di sospensione), ordinario (saltata diagonale con il bipede diagonale in appoggio e l’altro in sospensione). Nella fase allungata è prolungata la sospensione (aumenta l’instabilità quindi la velocità).

Ambio: camminata a 2 battute del bipede laterale in appoggio e l’altro in sospensione, saltata nell’ambio vivo da corsa.

Galoppo: è la più veloce, quindi la più instabile delle andature; si distingue in galoppo ordinario, raccorciato, e da corsa (questo ultimo a due sospensioni). Nel galoppo ordinario abbiamo tre battute ed una fase di sospensione. Galoppo da corsa, saltato a 4 tempi e 2 sospensioni per disassociazione del bipede diagonale.

Consideriamo “bello”, cioè funzionalmente corretto, un movimento quando è espresso con: 1) ritmo regolare, 2) con arti paralleli al piano mediano del tronco mentre con l’aumento della velocità questi tendono a convergere verso lo stesso piano mediano longitudinale, 3) quando sono rapidi ed elastici , 4) quando c’è un buon coordinamento fra spinta, passo e collo, 5) quando il rachide mantiene un profilo corretto senza cedimenti, 6) quando non è né radente, né incrociante, né cullante.

 

 

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